Abbigliamento da lavoro DPI: Abiti Antipioggia e antifreddo

In questo articolo approfondiremo sulle 2 tipologie d’ abbigliamento da lavoro che sono utilizzate prevalentemente per l’ utilizzo all’ esterno: Gli abiti da lavoro antipioggia e antifreddo.

Ci sono eccezioni, quando si tratta di abiti con la certificazione antifreddo, dove l’ utilizzo può essere necessario anche per spazi interni: ad esempio gli operatori nelle aziende alimentari che passano la maggior parte del loro tempo entrando e uscendo dalle celle frigorifero.

Nel corso degli anni le certificazioni per queste 2 categorie di abiti tecnici si sono evolute; con aggiornamenti costanti e miglioramenti nel trattare i nuovi tessuti di ultima generazione. Le certificazioni per l’ antifreddo e l’antipioggia ora come ora possono essere raggruppate in questa maniera:

  • Antipioggia - UNI EN ISO 343 del 2019

  • Antifreddo - UNI EN ISO 14058 e UNI EN ISO 342 del 2018

Partendo con la certificazione 343 dell’ antipioggia: Si tratta di una lavorazione finale sul tessuto, simile al trattamento antiacido e ignifugo come procedimento, dove una sostanza idrofobica viene spalmata sul tessuto per poter fornire la patina protettiva che non permetta all’ acqua di penetrare le fibre. Trattandosi di giubbini, copri pantaloni e altri capi che vengono usati prevalentemente all’ esterno e nella maggio parte dei casi durante le stagioni fredde dell’ autunno/inverno, non si sporcano con una frequenza così elevata da richiedere un lavaggio costante.

IL LAVAGGIO DEGLI INDUMENTI DA LAVORO antipioggia e antifreddo E’ CRUCIALE PER IL CORRETTO MANTENIMENTO DELLE CERTIFICAZIONI

Detto ciò il buon mantenimento dei capi antipioggia è comunque essenziale, tramite processi di lavaggio industriale appositamente studiati per questa tipologia d’ abbigliamento, per poter garantire che la patina protettiva idrofobica possa rimanere intatta e che il tessuto non assorba le gocce con le quali va a contatto. Simile al trattamento antiacido, anche per la certificazione antipioggia viene effettuato lo “spray test”: Dove il tessuto trattato durante il lavaggio industriale viene esposto a vari spruzzi di acqua, per vedere la percentuale della superficie del tessuto che trattiene le gocce. Meno gocce rimangono attaccate al tessuto equivale a un trattamento più efficiente e a una prestazione migliore dell’ abito da lavoro.

Passando ora alle certificazione per gli abiti da lavoro antifreddo, la differenza sostanziale tra certificazione 342 e la 14058 è una: La normativa 342 specifica i requisiti ed i metodi di prova per le prestazioni di insieme di completi di indumenti, mentre la 14058 specifica requisiti e metodi di prova per la prestazione di singoli capi di abbigliamento; come ad esempio giubbotti, giacche, pantaloni, fodere termiche, ecc. Per il resto le 2 normative condividono la medesima, principale caratteristica per la protezione contro gli effetti degli ambienti più freddi di -5 °C. Questi effetti comprendono non solo le basse temperature dell’aria, ma anche l’umidità e la velocità dell’aria.

Pertanto la normativa 342 viene considerata quando si ha più di un singolo capo d’ abbigliamento che è certificato con la normativa 14058. L’ utilizzo complementare di 2 o più capi antifreddo perciò garantisce la certificazione 342.

Nel prossimo articolo andremo ad esplorare le diverse tipologie di lavaggio all’ interno di una lavanderia industriale e come questi processi vengono implementati a seconda della tipologia del capo trattato e dalle sostanze con le quali il tessuto può andare a contatto.

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